Il mercato grezzi, pani e billette nel settore dell’alluminio grezzo ha dato segnali di risveglio a gennaio 2024 secondo una nota stampa Assofermet, dopo mesi di rallentamento della domanda e conseguente discesa dei prezzi e dei premi.
Gli attacchi ai mercantili nel canale di Suez e la decisione di tutte le principali linee di navigazione di seguire la rotta a sud dell’Africa hanno immediatamente creato tensione a livello globale per l’impatto che la limitazione ha sui flussi delle merci da e per l’Asia e un aumento dei costi che si è riflesso sui prezzi. La quotazione per un container dall’Asia all’Europa è triplicata nel giro di pochi giorni, oltre ai maggiori costi finanziari. A ciò occorre aggiungere la notizia che la UE starebbe valutando delle sanzioni per l’alluminio russo. I consumatori si sono quindi mossi sui mercati nel timore di ritardi e sono tornati ad acquistare volumi superiori rispetto ai mesi precedenti. Bisognerà valutare se nei prossimi mesi ci sarà effettivamente una ripresa o meno della domanda. Pertanto, a breve, considerato che la situazione di Suez non sembra essere di facile e rapida soluzione, il mercato si attende ulteriori aumenti, in particolare sui premi.
Assofermet comunica quindi che la domanda di semilavorati di alluminio in questo inizio d’anno si è dimostrata soddisfacente in termini di volumi, malgrado le nubi che continuano ad addensarsi sull’andamento dell’economia più in generale, anche a causa dell’evidente calo della produzione industriale italiana e, soprattutto, da parte della Germania che, com’è noto, rappresenta il primo partner commerciale del nostro Paese.
Pertanto, dopo l’ultimo trimestre in contrazione, tra cui un dicembre 2023 non molto brillante, il mese di gennaio si è chiuso abbastanza bene sui volumi venduti con una piccola ripresa, sebbene continui a permanere una criticità sulle quotazioni in vendita, con i margini che restano tuttora ‘latitanti’, sui quali sarebbe opportuno ristabilire valori più equi, abbandonando certi comportamenti verso la clientela. I prezzi da fabbrica crescono seppur lentamente, ma l’impressione è che gli stock presso i distributori, italiani ed esteri, rimangano ancora su livelli ancora troppo elevati. Si conferma quindi il segnale che era nell’aria di aumento sui mercati da parte dei produttori, ma anche un allungamento dei giorni di evasione degli ordini. Monitorando la situazione, mentre in alcuni settori si nota un rallentamento più significativo dell’attività, in altri ciò avviene in misura minore, ma permane in generale un’alea di incertezza. Il mercato rimane quindi contratto, con alcuni settori in sofferenza e altri un po’ più dinamici, ma non risultano per ora fermi di produzione a valle.
Le problematiche legate ai conflitti in atto, ai gravi problemi di trasporto attraverso il Mar Rosso che rendono le tratte molto più lunghe generando ‘lead times’ a volte doppi (di conseguenza facendo lievitare i costi), unite alle forti incertezze legate al nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia che potrebbero comprendere anche l’alluminio russo – che oggi costituisce circa il 90% delle scorte dell’LME – non hanno, tuttavia, trovato riscontro nella quotazione del metallo, che non ha quindi subito variazioni apprezzabili o almeno non al livello che sarebbe lecito attendersi.
Pertanto, la situazione di cui sopra non aiuta certamente gli approvvigionamenti di alluminio da Paesi Extra UE, sui quali si nota un aumento del costo sui trasporti e tempi di consegna più lunghi.