Perdurano le difficoltà nel settore delle macchine utensili, in particolare per quanto riguarda il consumo interno. La crisi del mercato domestico, però, è bilanciata dalla tenuta dell’export: le imprese italiane del comparto, infatti, riconfermano la loro propensione all’internazionalizzazione tanto che hanno mantenuto la terza posizione nella classifica dei Paesi esportatori.
È invece risultata quinta nella classifica dei produttori, cedendo un posto rispetto all’anno passato, preceduta, di pochissimo, dalla Corea del Sud. È quanto è emerso dai dati recentemente resi noti da Ucimu – Sistemi per Produrre, che indicano inoltre che la produzione nel 2012 ha registrato una crescita dell’1,3%, e si è attestata a 4.826 milioni di euro, trainata, come detto, dall’ottima performance delle esportazioni che, salite dell’11,1%, hanno raggiunto il valore record di 3.621 milioni di euro. Decisamente differenti i riscontri del mercato italiano.
Il consumo, sceso del 18,1%, si è ridotto a 2.089 milioni di euro, penalizzando le consegne dei costruttori scese, del 19,7%, a 1.205 milioni, e le importazioni che, ridotte del 15,7%, si sono fermate a 884 milioni di euro. Con riferimento all’export, nel 2012, la Cina si è confermata il primo mercato di destinazione dei prodotti italiani del settore, seguita da Stati Uniti, Germania, Russia, Francia, Brasile. Anche l’ultima rilevazione disponibile, relativa al periodo gennaio-marzo 2013, vede la Cina stabilmente al primo posto nella graduatoria dei paesi di sbocco, anche se in deciso rallentamento (-16,4%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Seguono Stati Uniti(-14,6%), Germania (-3,3%), Russia (+7,2%), India(-18,5%), Brasile (-5,2%)
Il secondo trimestre 2013
Nel secondo trimestre 2013 l’indice degli ordini di macchine utensili è risultato in crescita dello 0,7%, soltanto grazie ai positivi riscontri raccolti all’estero. In particolare, l’indice degli ordini interni ha registrato una contrazione del 21,2%, rispetto al già difficile secondo trimestre del 2012; il valore assoluto, pari a 41,3, risulta il più basso mai registrato prima, a conferma della forte debolezza del mercato domestico.
Sul fronte estero, l’indice ordinativi segna invece un incremento del 6,2%, interrompendo così la serie negativa registrata a partire dal secondo trimestre dell’anno scorso. Il valore assoluto, pari a 83,4, risulta però ben al di sotto della media.
Su base semestrale, l’indice registra un arretramento del 6%, determinato dal pessimo riscontro ottenuto dai costruttori sul mercato italiano (-29,6%) e dalla debolezza della domanda estera (-1%).
Le previsioni
Il rallentamento evidenziato dai dati di consuntivo 2012 rispetto a quanto registrato l’anno precedente sarà ancora più evidente nel 2013. Nel 2013, infatti, la produzione resterà stabile, attestandosi a 4.820 milioni di euro (-0,1%). Le esportazioni cresceranno solo dell’1,8% a 3.685 milioni. Il consumo italiano subirà un ulteriore ridimensionamento, scendendo a 2.005 milioni (-4%). Soffriranno le consegne dei costruttori italiani sul mercato interno che caleranno, del 5,8%, a 1.135 milioni di euro. Salirà ancora la quota di produzione destinata oltre confine, attestandosi al 76,5%.
“Nel 2012 – afferma Luigi Galdabini, presidente di Ucimu – i tre quarti della produzione nazionale di settore sono stati destinati oltreconfine. Questo dato, oltre a dimostrare la capacità delle imprese italiane di ben presidiare le aree vicine e lontane, esprime però la profonda difficoltà in cui versa il mercato nazionale, la cui domanda di macchinari non riesce a ripartire. Un problema che riguarda non soltanto i costruttori di macchine utensili ma tutto il sistema economico del Paese per il quale il mancato (o scarso) investimento in tecnologia di produzione significa arretramento del sistema manifatturiero a tutti i livelli della filiera produttiva”.