Diminuisce il ricorso agli ammortizzatori sociali nel settore metalmeccanico in Lombardia

Pubblicato il 16 febbraio 2018

Nel secondo semestre 2017, nel settore metalmeccanico in Lombardia sono state colpite dalla crisi 323 aziende (509 nel semestre precedente) e 9.201 lavoratori (14.744 i precedenti). È l’analisi che emerge dal rapporto semestrale dell’Osservatorio Regionale sulla crisi, con l’analisi dei dati e le valutazioni della Fim Cisl Lombardia. L’Osservatorio rileva sistematicamente i dati in circa 7.000 aziende industriali e su oltre 550.000 lavoratori della regione.

 

I dati nel dettaglio

Diminuisce, in modo significativo, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria che coinvolge 263 aziende (410 nel semestre precedente) e 6.847 lavoratori (11.644 nel semestre precedente). Meno evidente, invece, la frenata della cassa integrazione straordinaria utilizzata in 42 aziende (52 nel semestre precedente) per un totale di 1.961 lavoratori coinvolti (2.090 nel semestre precedente). Più che dimezzato il ricorso alla mobilità che scende a quota 22 aziende (47 nel semestre precedente) con una conseguente riduzione anche del numero di licenziamenti che si attestano a 393 (1.010 nel semestre precedente).

La progressiva, riduzione del numero di aziende coinvolte da procedure di cassa integrazione ordinaria (cigo) dimostra che diverse imprese sono riuscite a riagganciare i segnali di ripresa assestandosi su situazioni di nuova normalità. Una congiuntura favorevole che, tuttavia, non consente quella crescita occupazionale. La cassa integrazione straordinaria (cigs), dopo il crollo registrato lo scorso semestre, si mantiene in linea con i primi 6 mesi del 2017, rafforzando l’idea che l’economia metalmeccanica lombarda si stia riassestando.

Il numero di licenziamenti crolla, coinvolgendo 393 lavoratori. Negli ultimi due anni il numero dei lavoratori licenziati si attesta sulle 7.000 unità. Diminuisce invece il ricorso ai contratti di solidarietà che passano dai 29 dello scorso semestre ai 14 di quello attuale con una conseguente riduzione dei lavoratori coinvolti che scendono a quota 1.097 dai 1.609 della scora rilevazione. Il totale degli accordi stipulati negli ultimi 2 anni è pari a 107 per un totale di quasi 10.000 lavoratori.